Il capezzolo introflesso o invertito è un cambiamento relativamente comune nelle donne e meno comune negli uomini e può verificarsi in uno o entrambi i seni. È una condizione spesso congenita. È importante non confonderlo con il capezzolo retratto, che è una deformità acquisita a seguito di chirurgia, infezione o tumore al seno, e che presenta un diverso trattamento chirurgico.
Il capezzolo introflesso è classificato in 3 tipi:
Grado I - Il capezzolo è esteriorizzato facilmente alla manipolazione. Si mantiene estroflesso dopo essere stato esternalizzato.
Grado II - Subito dopo l'esternalizzazione il capezzolo si ritrae.
Grado III - Il capezzolo non può essere esternalizzato.
Fortunatamente la maggior parte dei pazienti con inversione del capezzolo - circa il 96% - presenta i gradi I e II.
La presenza del capezzolo introflesso è spesso causa di vergogna, nonché può dare problemi anche nell’intimità con il proprio partner.
Ci sono diverse tecniche chirurgiche per la correzione del capezzolo che sono sostanzialmente divise in due tipi: le tecniche che attraversano i dotti galattofori con o senza il loro sezionamento. Una volta che la sezione del condotto interrompe la comunicazione tra la ghiandola mammaria e il capezzolo, ciò può portare a difficoltà o addirittura impossibilità di allattamento al seno e pertanto queste sono indicate solo per le donne che non intendono avere una gravidanza. Le tecniche chirurgiche che non sezionano i dotti galattofori sono utilizzati nelle donne che desiderano una gravidanza.
L'intervento viene eseguito in anestesia locale senza la necessità di ricovero in clinica. Le cicatrici di varie dimensioni e portata dipendono dalla tecnica chirurgica utilizzata e generalmente hanno un'eccellente aspetto postoperatorio.
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