Si parla di ipertrofia mammaria quando vi è una crescita eccessiva del seno, o aumento di peso nelle donne obese, o in alcune malformazioni genetiche o malattie del seno.
Si parla di gigantomastia quando la crescita è eccessiva e anomala, causando spesso gravi disfunzioni posturali , come ad esempio il mal di schiena, l’ernia toracica e cervicale, vertigini, ecc.
Grazie alla chirurgia plastica si può risolvere il problema dei seni ipertrofici, sia fisicamente che esteticamente per ottenere un miglioramento della salute delle donne tanto che oggi è uno degli interventi più apprezzati del nostro lavoro.
La riduzione permette anche un’elevazione del seno, una ristrutturazione che dona alla mammella una maggior consistenza.
E’ un intervento complesso di chirurgia plastica che rimuove l'eccesso di tessuto mammario (ghiandola mammaria, grasso e pelle) rimodellando il seno in maniera anatomica e armoniosa ma purtroppo con la presenza di alcuni inevitabili cicatrici.
A chi si sconsiglia?
Alle ragazze giovani con lieve ipertrofia che vogliono avere figli e allattare dal proprio seno. Soprattutto perché l'allattamento può essere modificato dopo la riduzione per la necessità di "rimodellare" la ghiandola mammaria.
Fondamentalmente ci sono tre tipi di tecniche a seconda della cicatrice residua:
1. Riduzione verticale: per la riduzione moderata (cm PAC 24-28, distanza giugulo - capezzolo). La cicatrice periareolare + una cicatrice verticale dal bordo inferiore dell'areola al sottomammario (è a forma di "lecca-lecca"). È il più utilizzato.
2. Riduzione T-invertita o a J per la riduzione di gigantomastie (PAC> 28 cm). Viene aggiunta alle cicatrici precedenti un'altra cicatrice che corre lungo il solco sottomammario, acquisendo una forma di T rovesciata o a J. In alcuni casi di gigantomastia con seno molto sceso è necessario l’innesto del capezzolo secondo la Tecnica di Thöreck.
3. Riduzione con liposuzione: In questa tecnica le cicatrici sono minime, al massimo un paio di punti in meno di 1 cm di ciascuna mammella. E’ indicata solo in quei casi di mammellea grassa ma con una buona qualità della pelle (senza smagliature). Si tratta di casi molto selezionati.
Qual è il migliore? Cosa si può fare per ottenere risultati migliori?
La tecnica migliore è quella più adatto al paziente in base alle caratteristiche dei loro seni e alle prospettive della paziente.
Il più delle volte l’intervento viene eseguito in anestesia generale.
Non c'è bisogno di rimuovere i punti poiché vengono utilizzati punti interni riassorbibili in modo da evitare il disagio di rimuovere i punti.
Normalmente il tempo di recupero è di 3 settimane e si puo’ riprendere un’attività fisica moderata dopo un mese. E’ necessario solo un giorno di ricovero in clinica (a volte due giorni) e il recupero può avvenire tranquillamente a casa; I controlli medici andranno eseguiti periodicamente presso il nostro studio.
Ci sono complicanze importanti?
Fortunatamente sono poche e rare, ma come per tutti gli interventi ci sono alcune possibili complicanze quali cicatrici ipertrofiche o cheloidi, raramente infezione, asimmetria mammaria (in genere i due seni di partenza non sono mai uguali, per cui è molto difficile trovare l'esatta simmetria tra i due, anche se si cerca di esserne il più vicino possibile ), alterazioni della sensibilità.
Posso allattare se rimango incinta?
Durante il rimodellamento della ghiandola è possibile che vengano alterati i decorsi dei dotti .
Se avete intenzione di allattare i vostri futuri figli è meglio effettuare questo intervento dopo la nascita e l’allattamento del vostro bambino.
Il reggiseno sportivo deve essere indossato per 24 ore al giorno per un mese e le cicatrici devono essere trattate con cerotti al silicone per tre mesi.
Dopo l'intervento, il petto acquista una consistenza notevole quasi a risultare eccessivamente sollevato ma in poco tempo si adatta al torace, prendendo una forma naturale e anatomica che si manterrà naturale e armoniosa per anni, ma sarà altrettanto sottoposta all'azione della forza di gravità.
Più buona è la qualità della pelle del torace e più sodo sarà il seno e quindi con risultati migliori e più duraturi. Naturalmente il risultato non dipende solo dal gesto chirurgico ma anche dalle qualità intrinseche della paziente.
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