Mastopessi o lifting del seno è un tipo di intervento chirurgico progettato per ringiovanire il seno di una donna che, per vari motivi (l'allattamento, menopausa, perdita di peso dopo l'obesità, malformazione genetica, ecc), hanno portato ad un calo del seno (ptosi mammaria), alla perdita di turgore e di fermezza che caratterizza un seno giovane.
La mastopessi è un intervento di solito eseguito nelle donne in perimenopausa o nelle donne che hanno allattato al seno.
Per "sollevare" il seno e ridare turgore e compattezza ci sono diversi tipi di tecniche chirurgiche in chirurgia estetica che verranno discusse con il paziente durante la prima visita.
Per riportare in alto un seno cadente bisogna effettuare un lavoro per cosi dire sartoriale sulla pelle che rappresenta il nostro vestito. Cio’ comporta necessariamente la presenza di cicatrici che, pur essendo molto nascoste, saranno sempre lì. Solitamente queste sono sempre di ottima qualità e vengono ben accettate dalle pazienti.
Per ridare turgore ad un seno è possibile utilizzare i tessuti stessi del vostro seno o in alcuni casi sarà necessario l’impianto di una piccola protesi.
Ci sono fondamentalmente quattro tipi di tecniche a seconda della cicatrice residua:
1. Mastopessi con protesi anatomica: per ptosi lieve (PAC a 21-23 cm cioè la distanza dal giugulo al capezzolo). Grazie ad una maggiore proiezione della protesi nel polo inferiore il lifting del seno è realizzato in armonia. Le cicatrici sono le stessi di un normale aumento del seno: quindi o lungo la metà di un’areola o lungo il solco sottomammario.
2. Mastopessi periareolare: per ptosi lieve (PAC a 21-23 cm). La cicatrice è limitata intorno all'areola, che a sua volta può essere reso più piccola. È inoltre possibile aggiungere una protesi per volumizzare il seno.
3. Mastopessi VERTICALE: per ptosi moderata (cm PAC 24-28). La cicatrice periareolare + una cicatrice verticale dal bordo inferiore dell'areola al solco sottomammario (è a forma di "lecca-lecca"). È anche possibile inserire una protesi per dare maggiore volume.
4. Mastopessi in T-inversa o a J per ptosi elevata (PAC> 28 cm). Viene aggiunta alle cicatrici precedenti un'altra cicatrice che corre lungo la scanalatura del solco sottomammario, acquisendo una forma di T rovesciata o una forma a J a secondo del grado di ptosi e al desiderio della paziente. Se necessario, è anche possibile inserire una protesi per dare maggiore volume.
Non esiste una tecnica migliore, esiste quella più adatta alla paziente in base alle caratteristiche del seno e in base alle prospettive della paziente.
Sicuramente se la paziente è border line tra una tecnica e un’altra viene preferita quasi sempre quella con la cicatrice più piccola possibile.
Mi piace anche fare un po 'di liposuzione sui fianchi e intorno al seno per ottenere la migliore, se necessario.
Il più delle volte l’intervento è eseguito in anestesia generale, anche se in alcuni casi si può effettuare un’anestesia locale con sedazione.
Non c'è bisogno di rimuovere i punti poichè usiamo punti interni riassorbibile , in modo da evitare il disagio di rimuoverli.
Normalmente in tre settimane la paziente può riprendere una vita normale senza sforzi eccessivi. A distanza di un mese può tornare gradualmente ad effettuare un po’ di esercizio fisico.
Si richiede solo un giorno di ricovero in clinica e il recupero può avvenire tranquillamente a casa con controlli medici prefissati presso il nostro studio.
Come per tutti gli interventi ci sono alcune possibili complicanze quali cicatrici ipertrofiche (più spesse del solito) o cheloidi, raramente infezione, asimmetria mammaria (in genere i due seni di partenza non sono mai uguali, per cui è molto difficile trovare l'esatta simmetria tra i due, anche se si cerca di essere il più vicino possibile), e cambiamenti nella sensazione.
Posso allattare se rimango incinta?
Per ptosi lieve trattate con l'aumento protesico del seno non ci sono problemi di allattamento ( ancora di più se è fatto aumentando la sottomammario). Nel caso di mastopessi periareolare si può allattare poiché è possibile preservare la maggior parte dei condotti di latte.
Tecniche a T invertita o a J possono sopraggiungere problemi nell’allattamento poiché durante le fasi di rimodellamento del seno dall'interno è possibile modificare la struttura delle dotti galattofori con conseguente difficoltà a rilasciare il latte da parte del capezzolo.
Si consiglia di effettuare massaggi terapeutici di drenaggio linfatico dalla settimana successiva all’intervento per 2 o 3 alla settimana.
Il reggiseno sportivo senza ferretti deve essere indossato 24 ore al giorno e le cicatrici devono essere trattate cerotti occlusivi al silicone per tre mesi dall’intervento.
Dopo l'intervento, il petto acquista una consistenza notevole quasi a risultare eccessivamente sollevato ma in poco tempo si adatta al torace, prendendo una forma naturale e anatomica che si manterrà naturale e armoniosa per anni, ma sarà altrettanto sottoposta all'azione della forza di gravità.
Più buona è la qualità della pelle del torace e più sodo sarà il seno e quindi con risultati migliori e più duraturi. Naturalmente il risultato non dipende solo dal gesto chirurgico ma anche dalle qualità intrinseche della paziente.
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