giovedì 2 maggio 2013

Biorivitalizzazione




Che cos'è la biorivitalizzazione?
La biorivitalizzazione è una tecnica estetica che consiste nella iniezione distrettuale di principi attivi, nutrienti e protettivi che favoriscono il fisiologico ricambio dei tessuti della pelle.
L'obiettivo di questo trattamento è essenzialmente quello di rallentare il fisiologico processo di invecchiamento cutaneo che consiste in un progressivo perdita di elasticità dell'elasticità e della capacità idratante è alla base della formazione delle rughe.

Come ci si sottopone ad un trattamento di biorivitalizzazione?
La biorivitalizzazione è una tecnica iniettiva che utilizza preparati a base di acido ialuronico che, una volta iniettati a livello dermico, ripristinano le riserve di macromolecole strutturali fisiologicamente presenti nel derma.La durata totale del trattamento è di circa 20 minuti e subito dopo è possibile riprendere le normali attività quotidiane. Può manifestarsi un rossore transitorio nelle sedi di iniezione.
Tra le tecniche di inoculazione più utilizzate, la tecnica del “picotage” che consiste nell'esecuzione di micro- pomfi in determinate zone del viso è quella normalmente più utilizzata.La biorivitalizzazione è una procedura indicata in maniera elettiva nelle pelli che hanno una minore capacità di rigenerazione autonoma perché affette da un danno tissutale più marcato.

Qual è la differenza tra biorivitalizzazione e biostimolazione?
La biostimolazione è una metodica iniettiva che consiste nell’inoculazione di sostanze che stimolano la fisiologica produzione da parte del derma stesso delle sostanze strutturali che lo compongono; La biorivitalizzazione, invece, prevede l’iniezione delle sostanze strutturali già preformate, quali l’acido ialuronico non stabilizzato. Per questo, tale metodica, è maggiormente indicata per pelli con un danno più evidente.

Chi può sottoporsi ad un trattamento di biorivitalizzazione?
Non c'è un limite di età per sottoporsi ad un trattamento di biorivitalizzazione. È anche una procedura pressoché priva di controindicazioni ed effetti collaterali. Deve solamente essere eseguita con cautela per alcune categorie di malati cronici e non è indicata per donne in stato di gravidanza, come tutte le procedure estetiche.
La biorivitalizzazione ha funzione essenzialmente ristrutturante ed igroscopica (richiama, cioè acqua nei tessuti aumentandone luminosità e turgore) e come tutte le procedure estetiche l'effetto che si ottiene è proporzionale al danno subìto dal tessuto e si integra con altre procedure non invasive. Maggiore è il danno, migliore è il risultato con l'uso combinato di più tecniche estetiche (protocolli anti- aging).

Perché fare la biorivitalizzazione?
La biorivitalizzazione è una procedura dai risultati rapidamente evidenti; è ben tollerata ed ha un costo accessibile. Come la biostimolazione può essere considerata come un presidio medico estetico di primo livello che dona alla pelle un immediato miglioramento del turgore e della lucentezza. Può essere considerata come una procedura di riempimento “light”.

Quando sottoporsi a biorivitalizzazione?
La biorivitalizzazione può essere effettuata come unica procedura, od anche contestualmente alla correzione delle rughe di espressione con il botox e dopo l'esecuzione di un trattamento esfoliante (laser; peeling). Come con la biostimolazione, per avere risultati più stabili, consigliamo di ripetere la procedura, almeno per le prime applicazioni, a cadenza trimestrale o semestrale.

Botulino




Come agisce?
La tossina botulinica blocca il rilascio di acetilcolina a livello delle giunzioni tra nervi e muscoli (placche neuromuscolari).
L’acetilcolina è la sostanza che viene rilasciata dal nervo motore per trasmettere al muscolo l’impulso per la contrazione. L’effetto che ne deriva è l’indebolimento del muscolo nel quale la sostanza viene iniettata.

E’ approvato il suo utilizzo in campo estetico?
 In Italia l’uso della tossina botulinica è stato autorizzato nel 2004 dal Ministero della Sanità. Gli unici specialisti autorizzati al trattamento sono: i chirurghi plastici, i chirurghi maxillo-facciali, i dermatologi, I neurologi e gli oculisti.

Quali rughe possono essere trattate?
La massima efficacia si ha nelle rughe glabellari (tra le sopracciglia e alla radice del naso), nelle zampe di gallina e nelle rughe orizzontali della fronte.

Per chi è indicato il trattamento?
E’ indicato per il trattamento delle rughe da espressione (dinamiche) che si formano in seguito alla ripetuta e tonica contrazione dei muscoli della fronte e dei corrugatori del sopracciglio. Indebolendo I muscoli, le pieghe della pelle sovrastante non si formano più e le rughe si attenuano fino a scomparire.

Come avviene il trattamento?
La proteina viene diluita e somministrata in modo semplice e rapido all’interno dei muscoli responsabili delle rughe mediante micro-iniezioni con una siringa dotata di un ago sottilissimo

E’ pericoloso?
La tossina botulinica è estremamente sicura quando viene utilizzata nel trattamento delle rughe del volto. Non sono riportati casi di allergie né reazioni sistemiche. E’ un farmaco impiegato da oltre 20 anni e, se usato nella maniera corretta e da specialisti competenti, è tra i farmaci più sicuri che si conoscano.

Elimina tutte le rughe?
No. E’ efficace contro le rughe di espressione ma non elimina le rughe causate dalla prolungata esposizione al sole e dal cronoinvecchiamento.
Non sostituisce i fillers e può essere usata in combinazione con essi per ottenere un risultato migliore.

L’infiltrazione è dolorosa?
No. Grazie all’utilizzo di aghi sottilissimi si avverte solo un minimo fastidio e non è necessaria l’anestesia.

L’effetto è immediato?
No. Perché si possano rilassare completamente i muscoli interessati occorrono 3-7 giorni.

Può essere utilizzata anche per ridurre l’eccessiva sudorazione?
Si. L’”iperidrosi”, ossia l’eccessiva sudorazione alle mani, ai piedi o alle ascelle può essere efficacemente risolta con la tossina botulinica.

Può essere associata ad altri trattamenti estetici?
Sì. L’associazione con altri trattamenti come i filler, il lifting o la blefaroplastica permette spesso di ottenere i migliori risultati estetici.

Quanto dura l’effetto?
L’effetto della tossina botulinica è temporaneo e dura da 3 a 6 mesi. Con il ripetersi delle iniezioni l’effetto è più duraturo.

Cosa non fare dopo il trattamento?
La proteina viene iniettata in zone precise. Al di fuori di queste, la sua migrazione può dare origine a problemi come per esempio la caduta della palpebra superiore. E’ perciò fondamentale non massaggiare la zona, non fare sport e evitare il trucco per le prime ore successive all’iniezione.

Carbossiterapia




Cosa significa “CARBOSSITERAPIA”?
Per Carbossiterapia si intende l’uso di anidride carbonica medicale (CO2) a scopi curativi, somministrata per via sottocutanea e intradermica.

In cosa consiste la procedura?
La terapia consiste in microiniezioni localizzate di anidride carbonica medicale somministrata tramite un minuscolo ago inserito su un tubo sterile usa e getta collegato all’apparecchiatura .

Chi può praticare la “CARBOSSITERAPIA”?
È un trattamento che può essere praticato solo da personale medico.

Quali sono i rischi per il paziente?
Il trattamento è sicuro per il paziente, poiché l’anidride carbonica è atossica e non provoca embolia; è compatibile con l’organismo umano che la produce costantemente e la elimina tramite il sistema venoso per via polmonare. Gli usi di questo gas in chirurgia (interventi in laparoscopia) ed in diagnostica (colonscopia) sono ben noti in campo medico per la propria sicurezza.
Non esiste alcuna tossicità. La CO2 è un normale metabolita cellulare e possiamo, a ragione, definirla un FARMACO NATURALE. Gli effetti collaterali sono una modesta dolorabilità locale, fugace, talvolta sensazione di arto pesante e lieve crepitio sottocutaneo.

Per cosa è utile la “CARBOSSITERAPIA”?
Studi e ricerche cliniche universitarie hanno dimostrato che l’anidride carbonica per via invasiva ha effetto:
  • sul microcircolo, dove riapre per effetto meccanico i capillari chiusi, riattiva quelli malfunzionanti e aumenta la percentuale di ossigeno nei tessuti migliorando lo stato di patologie come quella della gamba gonfia sino ad ulcere di varia natura
  • sul tessuto adiposo, dove rompendo le membrane delle cellule grasse (effetto lipoclasico) riduce gli accumuli di grasso
  • sulla cute (pelle), dove oltre ad aumentare la percentuale di ossigeno nei tessuti migliorando l’elasticità cutanea, induce un ringiovanimento del derma.
Gli effetti terapeutici possono essere schematizzati in:
  • vasodilatazione arteriolare di tipo attivo attraverso un’azione diretta della CO2 sul miocita vascolare e attraverso un meccanismo mediato simpaticolitico
  • neoangiogenesi
  • effetto lipolitico e attivazione recettoriale della lipolisi
In quali punti è praticabile questa tecnica?
Le sedi elettive sono: regione trocanterica, regione anterosuperiore e anteromediale della coscia, interno ginocchio, regione pretibiale e peri-malleolare.

Quante sedute bisogna fare e con quale frequenza?
La quantità globale di anidride carbonica erogata per seduta può variare in base alla situazione clinica. La frequenza delle sedute è solitamente una alla settimana, ed il numero di sedute che di solito comprende un ciclo di trattamenti è 12-15.
Il trattamento avviene in ambulatorio e senza ricovero, mediante delle micro-iniezioni in dosi variabili, effettuate solitamente alla radice degli arti o nelle zone in cui vi è la cellulite, utilizzando degli aghi molto sottili.
La durata del trattamento è in media 15-20 minuti, ed il ritorno alle normali attività è immediato.

Vi sono effetti collaterali?
Gli effetti collaterali possono essere una modesta dolorabilità locale e, raramente, la comparsa di piccoli ematomi nelle zone di iniezione.

Laser




Che cos'è il L.A.S.E.R.?
Il laser è un dispositivo capace di emettere un fascio di luce con delle caratteristiche fisiche particolari concentrato in un raggio dotato di estrema selettività e precisione. Dopo la sua invenzione, negli anni '60, il laser è stato utilizzato e perfezionato in maniera sempre più diffusa per usi medici. L'effetto del laser (meccanico; termico; chimico) dipende essenzialmente dalla scelta della lunghezza d'onda (selettività diversa per tessuti, organi e liquidi biologici), dalla durata dell'irradiazione e dalla potenza.

Quali sono gli utilizzi del L.A.S.E.R. in medicina?
Le applicazioni del laser in medicina estetica sono variabili perché dipendenti dall'estrema versatilità di questa tecnologia. Tuttavia, l’impiego del laser in medicina è complesso ed il suo utilizzo non è sempre indicato. In generale, esistono tipi di laser con i quali si possono eseguire incisioni chirurgiche ed asportazioni per vaporizzazione (ablativi). In questo caso i vantaggi risiedono essenzialmente nel fatto che i tessuti restano sterili e vi è una notevole diminuzione del sanguinamento del campo operatorio. Comunque, il laser è capace agire in maniera selettiva ed è in grado di eliminare alcuni inestetismi senza danneggiare tessuti sani circostanti.

Chi può sottoporsi ad un trattamento L.A.S.E.R.?
L'utilizzo del Laser non è indicato per tutti gli inestetismi e la scelta di utilizzo deve sempre essere effettuata da personale medico qualificato. Tale trattamento può essere anche considerato come complementare o propedeutico ad altre procedure estetiche per la risoluzione di problemi complessi. Per tale ragione, è compito del medico, attraverso l’anamnesi e l’esame clinico, stabilire se sussistano controindicazioni al suo utilizzo in un determinato paziente. Comunque, come tutti i trattamenti estetici, non è indicato per le donne in stato di gravidanza. Per quanto riguarda gli utilizzi più frequenti il laser resta un presidio terapeutico di grande utilità per attenuare difetti congeniti ed acquisiti, quali, tra gli altri: capillari visibili; angiomi cutanei; peli superflui.

Quali sono i trattamenti L.A.S.E.R. indicati per il corpo?
Le applicazioni del laser nel trattamento riabilitativo degli inestetismi del corpo si risolvono essenzialmente nella terapia selettiva non ablativa di discromie cutanee e nell’epilazione definitiva. Nell’epilazione laser si possono ottenere risultati che vanno dal rallentamento della crescita del pelo fino alla sua scomparsa definitiva. Come tutti i trattamenti estetici, i risultati sono individuali e dipendono da numerosi fattori. La tecnica è basata sul principio della “fototermolisi selettiva” del pelo che consiste in un processo di surriscaldamento del follicolo, utilizzando specifiche lunghezze d’onda, senza danneggiare i tessuti circostanti. Il cromoforo (la sostanza, cioè, che fa da “bersaglio” per il laser) che il laser utilizza nella fotoepilazione è rappresentato dalla melanina che si trova in prossimità di strutture vitali per il bulbo. Un’altra applicazione relativamente recente ed ancora in fase sperimentale consiste nel trattamento di casi selezionati di cosiddetta “cellulite” (metodo recentemente battezzato “lipofusione”, molto simile alla tecnica chirurgica di aspirazione del grasso). Per quanto riguarda i laser ablativi, con questi si possono invece trattare chirurgicamente tutte le neoformazioni cutanee. La selettività di questa metodica consiste proprio nel fatto che solo una porzione determinata di cute venga colpita dal raggio L.A.S.E.R. mentre il resto dell'epidermide non subisce sollecitazioni. Questo processo, nel dettaglio, accelera la formazione di nuovo tessuto sano ed è quindi possibile ottenere una stimolazione cutanea ed un rapido recupero funzionale.

È sufficiente una sola seduta di L.A.S.E.R. per ottenere una depilazione definitiva?
Il pelo passa attraverso un periodo di crescita cui seguono una fase di regressione ed una fase di riposo. Si parla, quindi, di ciclo pilare. La durata di un ciclo pilare, tuttavia, così come la percentuale dei peli in fase di crescita, come pure la densità dei peli, il diametro, il colore e la velocità di crescita, sono variabili e non sono sincroni. La fase del ciclo pilifero in cui i follicoli sono più vulnerabili al trattamento è la fase “anagen”, perché è in questo momento che il pelo è metabolicamente attivo e contiene più melanina, in quantità adeguate per la fototermolisi selettiva. Purtroppo, non si avranno mai tutti i follicoli di una stessa area contemporaneamente in fase di crescita ed è per questo che è necessario ripetere più volte il trattamento di fotoepilazione per una determinata area.

Tutti i L.A.S.E.R. possono essere utilizzati per la fotoepilazione?
Per ottenere una fototermolisi selettiva efficace e quindi un effetto biologico adeguato sul pelo, è necessario che il laser soddisfi alcuni requisiti biofisici fondamentali, che sono differenti a seconda del bersaglio che deve essere raggiunto. Pertanto non tutti i laser sono efficaci per sottoporsi a fotoepilazione.

Sono necessarie particolari accortezze per sottoporsi a questo tipo di trattamento?
Per quanto riguarda la fotoepilazione, il trattamento può essere eseguito in ambulatorio e non richiede anestesia. Dopo il trattamento è necessario applicare delle creme idratanti e lenitive per 24- 72 ore ed evitare l’esposizione ai raggi UV (sole e lampade abbronzanti) per almeno 4 settimane. Dopo ciascuna seduta può comparire eritema e talora edema intorno ai follicoli trattati, che regrediscono costantemente entro le prime 12 ore dal trattamento. Possono comparire discromie cutanee, in genere transitorie. Nella foto termolisi ablativa, infine, non è solitamente necessario prescrivere alcuna terapia antibiotica dopo il trattamento, se non quando si asportano neoformazioni particolarmente voluminose o localizzate in zone particolari. Se non indispensabile, si consiglia di evitare in generale di sottoporsi ad un trattamento laser durante i mesi estivi.

Peeling




Cos’è il Peeling?
Il peeling (dall’inglese to Peel ossia: spellare, levigare, sbucciare) è una terapia di medicina estetica che si basa sull’induzione di un’accelerata esfoliazione della cute invecchiata e/o danneggiata e la successiva stimolazione del ricambio cellulare.
La sostituzione delle cellule della pelle danneggiate e degenerate con nuove cellule epidermiche e la produzione di un’infiammazione che attiva la produzione di collagene ed elastina (rivitalizzazione e ringiovanimento del derma mediante stimolazione dei fibroblasti con formazione di collagene autologo) determina l’eliminazione del tessuto invecchiato e il ringiovanimento globale della pelle.
Tipi di peeling
Esistono 2 tipi di peeling: peeling chimico e peeling con laser.
Entrambi i tipi di peeling possono essere divisi a seconda della profondità di azione a livello cutaneo in:
  • Peeling molto superficiale: questo tipo di peeling rimuove soltanto lo strato corneo superficiale
  • Peeling superficiale: questo tipo di peeling crea necrosi di una parte o di tutto lo strato epidermico arrivando allo strato basale dell'epidermide
  • Peeling medio: questo tipo di peeling crea necrosi dell'epidermide e di parte del derma papillare
  • Peeling profondo: questo tipo di peeling crea necrosi dell'epidermide, del derma papillare e può estendersi fino al derma reticolare
Peeling chimico
Con il peeling chimico l’esfoliazione e il ricambio cellulare si ottengono attraverso l’applicazione sulla cute di agenti chimici esfolianti che interagiscono con gli strati cellulari dell’epidermide e/o del derma, rimuovendo le cellule morte dello strato corneo ed accelerando il ricambio cellulare.
Indicazioni: Il peeling chimico è indicato:
  • In caso di cheratosi ed invecchiamento cutaneo
  • In caso di discromie cutanee superficiali
  • In caso di cicatrici post-acneiche
  • In caso di acne volgare ed acne rosacea
  • In caso di radiodermiti
  • In caso di smagliature (striae rubrae e striae albae)
  • In caso di dermatite seborroica
Le sostanze maggiormente utilizzate per il peeling chimico sono:
  • Acido mandelico
  • Acido glicolico
  • Acido salicilico
  • Acido retinoico
  • Acido ascorbico
  • Acido lattico
  • Acido citrico
  • Acido malico
  • Acido tartarico
  • Acido tricloroacetico (TCA)
  • Acido piruvico
  • Resorcina
  • Fenolo
Queste sostanze esfolianti possono essere utilizzate:
  • Come singola sostanza
  • Come peeling composti (più sostanze con effetti sinergici o complementari vengono mescolate ed applicate in una stessa seduta, come la soluzione di Jessner)
  • Come peeling combinati: le sostanze esfolianti, senza essere mescolate, vengono applicate sul paziente in rapida sequenza
Quante sedute?
Dipende dal tipo di sostanza usata e soprattutto dal tipo di inestetismo da risolvere. In generale occorono almeno 3-4 sedute a distanza di 2-3 settimane.

Filler




Acido ialuronico: Cos’è?
L’acido ialuronico è un polisaccaride, ovvero uno zucchero, normalmente presente nell’organismo come costituente principale del tessuto connettivo. Grazie alla sua particolare struttura chimica è in grado di trattenere acqua e di conseguenza “donare” alla pelle un aspetto idratato e giovanile. L’acido ialuronico utilizzato come filler è un prodotto sintetico identico a quello presente nel corpo umano, ma modificato nei legami chimici al fine di aumentarne la stabilità e quindi la longevità.

Come viene impiegato in Medicina Estetica?
L’acido ialuronico può essere utilizzato per il riempimento di solchi e rughe del viso oppure per rimodellare labbra e/o zigomi allo scopo di aumentarne la definizione ed il volume.
Altri preparati di acido ialuronico possono essere utilizzati come “biorivitalizzanti” per aumentare il turgore e l’idratazione della cute.

Quanto dura l’effetto?
L’acido ialuronico è un filler completamente riassorbibile. Oggi sono sconsigliabili e in alcuni casi vietati i filler non riassorbibili a causa dei rischi e delle complicazioni che essi hanno manifestato a lungo termine. Il tempo di riassorbimento è variabile e individuale e dipende da vari fattori come l'età, il tipo di cute, il tipo di vita condotta (fumo, esposizione solare, etc) e la sede di impianto. La durata media è tra 4 e 7 mesi.

Come avviene il trattamento?
L’acido ialuronico viene iniettato nel derma, previa disinfezione della cute, con un ago sottilissimo. Generalmente non è necessario l’impiego di anestetici locali. La profondità di iniezione è differente a seconda che si voglia eliminare una ruga, correggere il volume o definire il contorno labbra.
Nell'immediato post-trattamento compare un lieve rossore che persiste per alcune ore.
Non è necessaria alcuna medicazione.

Quanto dura il trattamento?
La durata della procedura varia a seconda della zona da trattare e della quantità di filler da iniettare. La durata media è di 10-20 minuti.

E’ pericoloso?
L'acido ialuronico è una sostanza naturale assolutamente sicura. Negli ultimi anni è stato utilizzato per fini estetici in milioni di pazienti ed esistono numerosi studi istologici e clinici che ne dimostrano la tollerabilità e l’efficacia.

Per chi è indicato il trattamento?
Chiunque voglia eliminare le rughe del viso, del contorno occhi e rimodellare zigomi e labbra senza ricorrere alla chirurgia plastica ed estetica.

L’infiltrazione è dolorosa?
Solitamente no. Il fastidio varia in base alla zona da trattare e alla soglia individuale di percezione del dolore. Grazie all’utilizzo di aghi sottilissimi si avverte solo un minimo fastidio ed in molti pazienti non è necessaria l’anestesia. In pazienti sensibili è possibile effettuare un’anestesia locale che elimina totalmente il dolore (come quella praticata dal dentista) oppure si può utilizzare una crema anestetica per desensibilizzare l'area da trattare.

Ci sono effetti collaterali?
Subito dopo il trattamento sono comuni reazioni leggere che sono la naturale conseguenza delle iniezioni. Tra esse le più frequenti sono arrossamento, gonfiore, dolore, prurito ed ematoma. Generalmente queste reazioni si risolvono spontaneamente in poche ore.

Quanto costa il trattamento?
Il prezzo varia tra i 350 ed i 400 euro. Con una fiala è possibile trattare completamente le labbra o le piccole rughe del viso. Per il riempimento dei solchi naso genieni e degli zigomi sono richieste quantità maggiori di prodotto.

L’effetto è immediato?
Si. Anche se bisogna considerare che il risultato definitivo si vede a circa 2-3 giorni dal trattamento.

Può essere associato ad altri trattamenti estetici?
Sì. Può essere associato sia ad altri trattamenti iniettivi (tossina botulinica), sia ad interventi chirurgici come il lifting o la blefaroplastica, la rinoplastica etc.

Biostimolazione





Che cosa è la biostimolazione?
La biostimolazione è una tecnica estetica iniettiva che, come la biorivitalizzazione, ha l'obiettivo primario di rallentare l'invecchiamento della pelle ma prima che il danno estetico diventi troppo avanzato. La biostimolazione può essere utilizzata come unica metodica ma può essere anche una tecnica preparatoria al riempimento delle rughe con acido ialuronico oppure a correzione di rughe d'espressione con botulino.
Nel processo di invecchiamento, infatti, si osserva una progressiva diminuzione di attività delle cellule preposte alla produzione di collagene e acido ialuronico, costituenti essenziali della matrice extra- cellulare. In particolare, l'effetto igroscopico (che favorisce, cioè, il richiamo di acqua) e l'effetto di sostegno di queste sostanze determinano il grado di compattezza, turgore, ed elasticità dei tessuti cutanei. Per questo motivo, nel processo di invecchiamento, dove si osserva una riduzione della quantità e della qualità di queste componenti, osserviamo una perdita di elasticità, compattezza e luminosità della pelle.
Le molecole correntemente utilizzate per questa tecnica estetica sono sostanze naturali omologhe a quelle già presenti nei tessuti, a rapido assorbimento e biodisponibilità. Non sono sostanze che hanno, però, funzioni di riempimento perché non chimicamente stabili come i filler.

Come ci si sottopone ad un trattamento di biostimolazione?
La biostimolazione è una tecnica mini- invasiva che si effettua iniettando con un piccolo ago un prodotto che contiene determinate quantità di sostanze nutrienti ed anti- ossidanti. Una volta iniettate a livello dermico, queste sostanze ripristinano un ambiente fisiologico ideale, per stimolare la funzionalità cellulare prevenendo l’invecchiamento dei tessuti. La durata totale del trattamento è di circa 20 minuti e subito dopo è possibile riprendere le normali attività quotidiane. Può manifestarsi un rossore transitorio nelle sedi di iniezione.
Ci sono numerose tecniche di inoculazione che hanno indicazioni diverse a seconda della zona e del tipo di danno da riparare. Tra le più utilizzate vi sono la tecnica del “picotage” e la tecnica a “reticolare”. La tecnica del “picotage” consiste nell'esecuzione di micro- pomfi minimamente distanziati (circa un centimetro) e superficiali in determinate zone del viso. É una procedura indicata in maniera elettiva nella protezione della pelle dal danno delle radiazioni solari. La tecnica “reticolare”, invece, si concentra solo su determinate zone e sfrutta una metodica analoga a quella utilizzata nell'impianto di filler.
Presso il nostro centro, oltre a queste tecniche consolidate, utilizziamo anche la metodica iniettiva della micro- cannula. Tale procedura consiste nell'infissione di un micro- ago in punti determinati della cute (usualmente i solchi naso- labiali), che corrispondono ai punti iniziali di ingresso della cannula. Da questi punti di ingresso, si procede per via profonda ad iniettare il principio attivo mediante tunnelizzazione e scollamento dei tessuti. Si ottiene, quindi, una riduzione del numero di iniezioni, un aumento della tollerabilità, una inoculazione più profonda ed un minimo effetto "micro- lifting".

Chi dovrebbe sottoporsi ad un trattamento di biostimolazione?
Non c'è un limite di età per sottoporsi ad un trattamento di biostimolazione perché si tratta di un trattamento ricostituente per la pelle. È anche una procedura pressoché priva di controindicazioni ed effetti collaterali. Deve solamente essere eseguita con cautela per alcune categorie di malati cronici e non è indicata per donne in stato di gravidanza, come tutte le procedure estetiche.
La biostimolazione ha funzione restitutiva e ristrutturante; per questo l'effetto che si ottiene è proporzionale al danno subìto dal tessuto. Maggiore è il danno, migliore è il risultato con l'uso combinato di più tecniche estetiche (protocolli anti-age).

Perché fare la biostimolazione?
La biostimolazione è una procedura semplice, rapida, ad effetto immediato e dai risultati scientificamente riconosciuti. Viene generalmente ben tollerata dai pazienti che vi si sottopongono ed ha un costo (economico e biologico) relativamente ridotto. Può essere considerato come un presidio medico estetico di primo livello. Una biostimolazione effettuata prima dell'impianto con acido ialuronico (filler) ne rende più visibile e prolungato l'effetto. Come unico trattamento, invece, dona alla pelle un immediato miglioramento del tono e della luminosità.

Quando sottoporsi a biostimolazione?
La biostimolazione può essere effettuata subito prima dell'impianto di acido ialuronico a scopo di riempimento oppure nella stessa seduta. È indicata anche prima o contestualmente alla correzione delle rughe di espressione con il botulino e prima dell'esecuzione di un peeling del viso. È anche un'ottima procedura preparatoria alla stagione estiva, periodo di massima sollecitazione della pelle per la prolungata esposizione solare. Sappiamo, infatti, quanto incide il danno da radiazioni solari sull'invecchiamento cutaneo. L'effetto biostimolante di questa procedura raggiunge il suo massimo a circa 90 giorni dall'iniezione. Per tale motivo consigliamo di ripetere la procedura, almeno per le prime applicazioni, a cadenza trimestrale.

Luce Pulsata




Che cosa é la luce pulsata?
La luce pulsata intensa (IPL) è una fototerapia non invasiva che utilizza impulsi di luce visibile ad alta intensità e che agisce senza danneggiare gli strati più superficiali della cute. Il meccanismo di azione della luce pulsata dipende dalla sua lunghezza d’onda, specifica per ogni tipo di trattamento.
L’apparecchio, ELLIPSE MULTIFLEX, in dotazione presso il nostro centro, è un moderno sistema multifunzione di luce pulsata, che permette al medico, grazie alla sua versatilità, di trattare numerose condizioni morbose in maniera specifica per ciascun paziente.

Quali sono le indicazioni all’uso della luce pulsata in medicina estetica?
La luce pulsata può essere utilizzata sia per migliorare l'aspetto della pelle che per curarla. Grazie alla presenza di differenti applicatori ELLIPSE MULTIFLEX agisce con efficacia su lesioni vascolari del viso e del corpo, macchie, rosacea, rimozione dei peli indesiderati. Una delle indicazioni elettive della luce pulsata è rappresentata dalla cosiddetta fotoepilazione.

Che differenza c’è tra luce pulsata e L.A.S.E.R.?
Si tratta di due sistemi di fototerapia molto diversi tra loro che hanno indicazioni comuni sono in alcuni casi. L’uso combinato di tali presidi terapeutici, tuttavia, spesso rappresenta un’ottima arma contro gli inestetismi complessi.
Per quanto riguarda la fotoepilazione, ad esempio, gli effetti della luce pulsata sono comparabili a quelli ottenuti con il L.A.S.E.R. con il vantaggio di poter essere ripetuti con minore disagio e con l’ulteriore possibilità di trattare contemporaneamente aree del corpo più ampie. Per il fotoringiovanimento cutaneo, invece, con la luce pulsata si possono ottenere ottimi risultati in caso di danno da esposizione solare (lentigo solare). Nel trattamento delle lesioni vascolari del viso (teleangectasie), infine, attualmente la luce pulsata rappresenta il presidio terapeutico di elezione rispetto ai L.A.S.E.R., solitamente necessario solo in casi resistenti.

Quanti trattamenti sono necessari per ottenere un risultato?
Il numero di cicli necessari solitamente varia in base alla patologia da trattare ed in base alle condizioni di partenza. Con ELLIPSE MULTIFLEX per l’epilazione di un pelo scuro e ben rappresentato sono sufficienti 6 trattamenti. Per macchie e per lesioni vascolari sono normalmente necessarie 3-4 applicazioni. Ciascuna seduta si effettua a distanza di 4- 6 settimane.

Come ci si sottopone ad una seduta di luce pulsata?
Subito prima della seduta, si provvede all'applicazione di un apposito gel conduttore sull’area da trattare e si provvede a proteggere gli occhi del paziente con appositi dispositivi. Si procede quindi all'invio degli impulsi di luce, emessi dal manipolo ad intervalli regolari. La dimensione dei manipoli permette di trattare velocemente ampie superfici come la schiena ovvero aree circoscritte come il labbro superiore o la zona del mento. Le sedute sono solitamente ben tollerate: anche utilizzando potenze elevate, il paziente riferisce normalmente solo una leggera sensazione di "colpo di elastico" sulla pelle.

Sono necessarie particolari accortezze per questo tipo di trattamento?
Il nostro centro predispone protocolli personalizzati per i pazienti che si sottopongono a questo tipo di trattamento. È consigliato sempre di non esporsi alle radiazioni UV immediatamente prima o dopo le sedute per non rischiare possibili effetti indesiderati come le iperpigmentazioni.  Ci sono delle controindicazioni?
Non vi sono particolari controindicazioni se non alcune patologie croniche, lo stato di gravidanza, e presenza di fototipi molto scuri.

Radiofrequenza




Che cosé la radiofrequenza?
La radiofrequenza è una tecnica non invasiva, che sfrutta il principio della cessione di calore per il trattamento del rilassamento cutaneo e delle rughe sfruttando l’ effetto di onde generate da appositi sistemi elettromedicali. L’effetto sui tessuti consiste in un aumento di temperatura locale (iperemia tissutale) che esita in un miglioramento del microcircolo, una riduzione del pannicolo adiposo, ma soprattutto un rimodellamento delle fibre connettivali dell'impalcatura sottocutanea del tessuto da trattare. Nel viso la profondità di azione si ha nel derma profondo (pochi millimetri).
Le caratteristiche tecniche dell’apparecchio, permettono di trattare tutte le zone del viso ad intensità variabili.

Quali sono gli impieghi della radiofrequenza in medicina estetica?
L’impiego della radiofrequenza è cresciuto nel corso degli anni in maniera importante, diventando popolare nel campo delle applicazioni mediche, chirurgiche e dermatologiche. In medicina estetica con l’uso della radiofrequenza è possibile rimodellare la pelle, trattare la lassità cutanea e trattare in modo non invasivo le rughe ed i segni sottili.
Come funziona la radiofrequenza?
La radiofrequenza attraverso l’iperemia tissutale stimola i fibroblasti a produrre nuovo collagene e nuova elastina, permette di attenuare le rughe e i segni dell'invecchiamento donando alla pelle un effetto lifting del tutto naturale. La differenza sostanziale tra le apparecchiature disponibili è che alcune garantiscono una maggiore efficacia in profondità perché penetrano nel derma a tutto spessore, altre che invece, rimanendo più in superficie non raggiungono, con una temperatura clinicamente efficace, gli strati profondi del derma e i setti fibrosi, di conseguenza lavorano solo in superficie. Per trasmettere le necessarie Radiofrequenze esistono varie modalità di emissione, ed ogni sistema ha le proprie specifiche.

Sono necessarie particolari accortezze per sottoporsi a questo tipo di trattamento?
Il trattamento può essere eseguito in ambulatorio e non richiede anestesia. Dopo una accurata pulizia della zona da trattare si applica un gel conduttore e si procede al trattamento che ha una durata di 20-30 min. Subito dopo il trattamento si ha un lieve arrossamento della zona trattata. Non danneggia i follicoli piliferi né provoca discromie. Può essere praticata su ogni tipo di pelle e su qualunque fototipo. Non esistono interazioni con i raggi ultravioletti e quindi non ci sono limitazioni stagionali.
Non è necessario prescrivere alcuna terapia antibiotica dopo il trattamento. I soggetti che si sottopongono a trattamenti con Radiofrequenza, subito dopo possono tornare alle loro normali attività. Il risultato è ancora migliore e duraturo nel tempo se si effettuano cicli ripetuti di tale trattamento potendo la dose di calore essere personalizzata per ciascun soggetto in base alle esigenze individuali della pelle. La Radiofrequenza trasferisce calore in profondità senza danneggiare l'epidermide ed il risultato ottenuto è una pelle più elastica e più giovane.

Quali sono le indicazioni principali all’uso della radiofrequenza?Le indicazioni sono rappresentate essenzialmente da: LASSITA’ CUTANEA DI VISO E CORPO; SMAGLIATURE per effetto della radiofrequenza sul connettivo; ACNE perché la stimolazione dei fibroblasti migliora le cicatrici di grado lieve e le forme attive di acne volgare; CELLULITE ED ADIPOSITA’ LOCALIZZATE in quanto la radiofrequenza determina un miglioramento del microcircolo con effetto drenante e stimola l’attività lipolitica.

Quando sottoporsi ad un trattamento con radiofrequenza?Non c'è un limite di età per sottoporsi ad un trattamento di radiofrequenza. Deve solamente essere eseguita su una cute sana e con cautela per alcune categorie di malati cronici (es. portatori di pacemaker); non è, inoltre, indicata per donne in stato di gravidanza, come tutte le procedure estetiche. Il miglioramento della pelle c’è sempre, in maniera più o meno evidente a seconda dell’età e dell’entità del rilassamento cutaneo; negli uomini i risultati sono più prevedibili. Costantemente migliorata è la qualità della pelle per induzione dei processi vasoattivi (maggior perfusione da parte del plesso subpapillare del microcircolo cutaneo). La radiofrequenza può anche essere utilizzata in preparazione ad altri trattamenti medici estetici ristrutturanti quali l’impianto di filler e, soprattutto, la biostimolazione.

Cavitazione




Che cos'è la cavitazione ?
La cavitazione è una delle metodiche ad ultrasuoni più efficaci per il trattamento delle adiposità localizzate di addome, braccia, fianchi, cosce, glutei.
Le onde emesse dall’apparecchiatura determinano una serie di effetti che si risolvono in una complessiva riduzione della quantità di grasso nella zona trattata. Solo le apparecchiature elettromedicali, tuttavia, hanno una potenza ed una capacità di penetrazione utili ad esercitare un reale effetto terapeutico.

In che cosa consiste la procedura ?
L’operatore utilizza un apposito manipolo e lo applica con una leggera pressione e con movimento circolare sulla zona trattata per un tempo variabile. Ciò determina una mobilizzazione del grasso dalla sua zona di accumulo verso il circolo linfatico ed ematico dove viene metabolizzato ed eliminato per via naturale.

Chi può praticare la “cavitazione”?
La cavitazione è un trattamento che può essere praticato solo da personale medico adeguatamente formato.

Quali risultati ci si devono attendere dalla cavitazione?
La cavitazione è un trattamento finalizzato non tanto alla perdita di peso quanto al rimodellamento della silhouette come completamento di un percorso nutrizionale controllato.

Quante sedute sono necessarie per ottenere un risultato?
Il numero di sedute non è prefissato e può variare da soggetto a soggetto; il protocollo medio prevede dalle 5 alle 12 sedute.Le sedute hanno una durata variabile e si effettuano generalmente non più di una volta alla settimana, per dare tempo all’organismo di eliminare naturalmente i grassi mobilizzati dalle zone di accumulo. I risultati sono solitamente visibili sin dalle prime sedute ed alcuni studi scientifici dimostrano che con un ciclo di sedute si possono perdere stabilmente fino a 3 cm di circonferenza.

Vi sono effetti collaterali?
La cavitazione è una tecnica indolore, non è invasiva, non necessita di anestesia e permette di riprendere immediatamente le attività quotidiane. Gli unici eventuali effetti collaterali sono di solitamente di lieve entità e generalmente localizzati alla zona trattata (lieve rossore; bruciore; edema).

Ci sono delle indicazioni da seguire?
E’ vivamente consigliata l’assunzione quotidiana di almeno 2 litri di acqua a basso residuo fisso per tutta la durata del trattamento. Ciò per massimizzare la fisiologica eliminazione urinaria dei grassi circolanti. E’ inoltre fondamentale seguire un regime alimentare controllato da uno specialista e praticare una modesta ma costante attività fisica giornaliera, in particolare subito dopo il trattamento. Associare la cavitazione ad altre tecniche può conferire maggior efficacia al trattamento e favorirne quindi i risultati.

Quali sono i rischi e le controindicazioni?
Prima di eseguire un ciclo di cavitazione, ciascun paziente deve essere sottoposto ad una visita generale completa al fine di stabilire se la presenza di condizioni morbose di base possano rappresentare una controindicazione al trattamento oppure possano limitarne il risultato. È opportuno prestare attenzione alla presenza di disfunzioni del metabolismo lipidico perché la mobilizzazione dei grassi dovuta alla procedura può, seppure in maniera transitoria, aumentare i livelli di acidi grassi circolanti. Per questo, può essere necessario, far precedere il trattamento da un periodo di regime alimentare controllato. La cavitazione è controindicata in presenza di: insufficienza renale; insufficienza epatica; insufficienza cardiocircolatoria centrale e periferica; stato di gravidanza; presenza di protesi metalliche nella zona da trattare (es. protesi d’anca); presenza di pacemaker; epilessia; vasculopatie autoimmuni; acufeni e sindromi vestibolari.

Botulino Iperidrosi




La sudorazione è un meccanismo fisiologico che contribuisce alla termoregolazione del nostro organismo. Quando però la sudorazione va oltre le reali necessità di regolazione della temperatura corporea, si parla di iperidrosi (sudorazione eccessiva).
 
 La sudorazione eccessiva interessa circa l'1-2% della popolazione ed è fonte di grande disagio sociale costringendo chi ne soffre ad autoisolarsi rendendo le relazioni sociali assai problematiche. L'iperidrosi può interessare tutte le aree del corpo ma quelle colpite con maggior frequenza sono le mani, i piedi e le ascelle.
 
La soluzione a questo delicato problema può essere raggiunta in maniera rapida ed efficace attraverso una infiltrazione, nella zona interessata, di tossina botulinica. La tossina botulinica provoca la disattivazione delle ghiandole sudoripare e la conseguente cessazione dell'iperidrosi.
 
Il trattamento, molto poco invasivo, generalmente raggiunge la sua massima efficacia dopo qualche giorno dalla seduta e si mantiene stabile per un periodo di circa 8 mesi. L’infiltrazione, che non ha particolari controindicazioni, viene eseguita con un ago sottilissimo e in regime ambulatoriale consentendo un immediato ritorno alla normale vita quotidiana.

martedì 30 aprile 2013

Cos'è La Medicina Estetica





La Medicina Estetica è una moderna espressione della medicina orientata al benessere psico- fisico.
E' una medicina per la qualità della vita e per la salute come espressione di benessere della persona, e si sviluppa in via fondamentalmente preventiva e poi correttiva.

Essa è una medicina che usa tecniche "dolci", non invasive, che consentono di affrontare bene le trasformazioni che si verificano nelle varie fasi della vita a causa delle sfide che il patrimonio genetico, i fattori ambientali e il tempo rappresentano per il nostro corpo ed il nostro benessere.
Il medico coscienzioso migliora l'aspetto ma mantiene integre le strutture senza stravolgerne i connotati, senza eccessi, al fine di mostrare un aspetto bello e sano, ma naturale e coerente con la propria età.

E' definita "estetica" poichè l'aspetto esteriore è specchio della salute e del benessere di tutta la persona, e perchè si occupa della cura e del trattamento degli inestetismi. Ma la Medicina Estetica è molto di più.
Essa mira a cambiare in meglio le abitudini di vita della persona. Il medico agisce, prima, mantenendo integre e funzionali le varie strutture fisiche e promuovendo le buone regole di igiene di vita: alimentare, fisica, psicologica e comportamentale, cosmetica. Successivamente, nella fase correttiva, applicando metodologie e tecniche ufficiali e collaudate cura/ corregge le strutture fisiche ed i relativi inestetismi: per esempio la "cellulite" prima di essere un problema estetico è una vera patologia del tessuto connettivo ad origine multifattoriale (endocrina, vascolare, posturale).
Infatti, non vi può essere bellezza senza salute.
Ecco perchè il medico estetico, adeguatamente formato da corsi pluriennali, fornisce una garanzia ulteriore.

Cos'è La Chirurgia Estetica


 
 

La chirurgia estetica è un ramo della chirurgia plastica che modifica su richiesta del paziente tramite un intervento chirurgico alcuni tratti somatici e morfologici dallo stesso non più accettati, pur essendo compatibili con la norma.

E’ una chirurgia con una forte componente soggettiva e psicologica del paziente che va sempre presa attentamente in considerazione e studiata; il rapporto medico-paziente è fondamentale.
Nel consenso informato a tali interventi deve essere prestata, quindi, la massima attenzione alla descrizione dettagliata dei possibili rischi delle procedure, delle complicanze e degli eventuali risultati negativi delle stesse, con conseguenti danni. Pertanto, il chirurgo estetico deve spiegare chiaramente al paziente se l’intervento potrà dare ed in che misura un miglioramento corporeo e quindi un miglioramento della vita sociale e di relazione e quali siano i possibili rischi di insuccesso o mancato risultato.

Tale dovere di informazione è, quindi, assai maggiore nella Estetica rispetto alle altre branche specialistiche chirurgiche.
Tra gli interventi più comuni si annoverano la blefaroplastica, l’otoplastica, la mastopessi, la riduzione mammaria, la rinoplastica, la liposuzione e il lifting

Addominoplastica




 
Con l’avvento della liposuzione negli anni ’80, le considerazioni in termini di chirurgia plastica dell’addome cominciarono a cambiare. Il miglioramento della tecnica ha previsto negli anni ‘90 l’utilizzo di cannule sempre più fini cosi da ottenere risultati estetici migliori e una riduzione netta delle complicanze estetiche. Il passo sucessivo nell’evoluzione della tecnica fu quello di unire la resezione di pelle con la liposuzione.

La liposuzione addominale rimuove il grasso tra la pelle ed i muscoli, senza danneggiare arterie, vene e nervi, riducendo al minimo la formazione di ematomi e sieromi.

Successivamente si esegue il rinforzo della parete addominale mediante il riavvicinamento dei muscoli addominali e si rimuove l'eccesso di pelle.

Questa tecnica prevede una cicatrice più corta rispetto alla tecnica tradizionale e offre un risultato nettamente superiore.

L’innovazione della lipoaddominoplastica prevede di considerare tutto il giro vita. Quindi, in generale si inizia l’intervento con il paziente sdraiato pancia sotto in modo da effettuare la lipoaspirazione della regione posteriore e del giro vita. In alcuni casi, se necessario, il grasso aspirato viene reintrodotto nelle natiche per la definizione del profilo corporeo. Il passo successivo è la liposuzione addominale anteriore mediante cannule sottili, cosi da ridurre lo spessore della pancia e le misure del tronco e dei fianchi. Il trattamento di rinforzo dei muscoli è necessaria solo nel 30% dei pazienti.

Successivamente si definisce il quantitativo di pelle in eccesso. Prendendo in considerazione il fatto che la liposuzione induce una grande retrazione cutanea il volume finale di pelle rimossa è minore pertanto la cicatrice viene ridotta ai minimi termini. In alcuni casi può non essere necessaria la cicatrice attorno all'ombelico.

Il grande vantaggio di questa tecnica è la riduzione nella formazione di sieromi ed ematomi e un miglioramento estético visibile e stabile del contorno del corpo. Può essere applicata in tutti i pazienti con indicazione alla tecnica classica.

Dettagli tecnici

Nome tecnico: Lipoaddominoplastica
Parte del corpo: addome, vita (schiena e glutei se necessario)
Anestesia: epidurale o generale
Lunghezza dell’ intervento chirurgico: in media da 2 a 4 ore
Soggiorno in clinica: una media di 4 a 12 ore
Cicatrice: basso addome e ombelico
Pre-operatorio: esami di laboratorio, la valutazione cardiaca e archivio fotografico
Post-operatorio: medicazioni quotidiane, compressione maglia per 30 giorni, dieta specifica per 45 giorni e drenaggio linfatico.
Tempo di recupero: 08-15 giorni.

Capezzolo Introflesso




Il capezzolo introflesso o invertito è un cambiamento relativamente comune nelle donne e meno comune negli uomini e può verificarsi in uno o entrambi i seni. È una condizione spesso congenita. È importante non confonderlo con il capezzolo retratto, che è una deformità acquisita a seguito di chirurgia, infezione o tumore al seno, e che presenta un diverso trattamento chirurgico.
 
Il capezzolo introflesso è classificato in 3 tipi:
Grado I - Il capezzolo è esteriorizzato facilmente alla manipolazione. Si mantiene estroflesso dopo essere stato esternalizzato.
Grado II - Subito dopo l'esternalizzazione il capezzolo si ritrae.
Grado III - Il capezzolo non può essere esternalizzato.
Fortunatamente la maggior parte dei pazienti con inversione del capezzolo - circa il 96% - presenta i gradi I e II.
 
La presenza del capezzolo introflesso è spesso causa di vergogna, nonché può dare problemi anche nell’intimità con il proprio partner.
 
Ci sono diverse tecniche chirurgiche per la correzione del capezzolo che sono sostanzialmente divise in due tipi: le tecniche che attraversano i dotti galattofori con o senza il loro sezionamento. Una volta che la sezione del condotto interrompe la comunicazione tra la ghiandola mammaria e il capezzolo, ciò può portare a difficoltà o addirittura impossibilità di allattamento al seno e pertanto queste sono indicate solo per le donne che non intendono avere una gravidanza. Le tecniche chirurgiche che non sezionano i dotti galattofori sono utilizzati nelle donne che desiderano una gravidanza.
 
L'intervento viene eseguito in anestesia locale senza la necessità di ricovero in clinica. Le cicatrici di varie dimensioni e portata dipendono dalla tecnica chirurgica utilizzata e generalmente hanno un'eccellente aspetto postoperatorio.

Mastopessi


 


Mastopessi o lifting del seno è un tipo di intervento chirurgico progettato per ringiovanire il seno di una donna che, per vari motivi (l'allattamento, menopausa, perdita di peso dopo l'obesità, malformazione genetica, ecc), hanno portato ad un calo del seno (ptosi mammaria), alla perdita di turgore e di fermezza che caratterizza un seno giovane.
La mastopessi è un intervento di solito eseguito nelle donne in perimenopausa o nelle donne che hanno allattato al seno.
 
Per "sollevare" il seno e ridare turgore e compattezza ci sono diversi tipi di tecniche chirurgiche in chirurgia estetica che verranno discusse con il paziente durante la prima visita.
Per riportare in alto un seno cadente bisogna effettuare un lavoro per cosi dire sartoriale sulla pelle che rappresenta il nostro vestito. Cio’ comporta necessariamente la presenza di cicatrici che, pur essendo molto nascoste, saranno sempre lì. Solitamente queste sono sempre di ottima qualità e vengono ben accettate dalle pazienti.
Per ridare turgore ad un seno è possibile utilizzare i tessuti stessi del vostro seno o in alcuni casi sarà necessario l’impianto di una piccola protesi.
Ci sono fondamentalmente quattro tipi di tecniche a seconda della cicatrice residua:
1. Mastopessi con protesi anatomica: per ptosi lieve (PAC a 21-23 cm cioè la distanza dal giugulo al capezzolo). Grazie ad una maggiore proiezione della protesi nel polo inferiore il lifting del seno è realizzato in armonia. Le cicatrici sono le stessi di un normale aumento del seno: quindi o lungo la metà di un’areola o lungo il solco sottomammario.
2. Mastopessi periareolare: per ptosi lieve (PAC a 21-23 cm). La cicatrice è limitata intorno all'areola, che a sua volta può essere reso più piccola. È inoltre possibile aggiungere una protesi per volumizzare il seno.
3. Mastopessi VERTICALE: per ptosi moderata (cm PAC 24-28). La cicatrice periareolare + una cicatrice verticale dal bordo inferiore dell'areola al solco sottomammario (è a forma di "lecca-lecca"). È anche possibile inserire una protesi per dare maggiore volume.
4. Mastopessi in T-inversa o a J per ptosi elevata (PAC> 28 cm). Viene aggiunta alle cicatrici precedenti un'altra cicatrice che corre lungo la scanalatura del solco sottomammario, acquisendo una forma di T rovesciata o una forma a J a secondo del grado di ptosi e al desiderio della paziente. Se necessario, è anche possibile inserire una protesi per dare maggiore volume.
Non esiste una tecnica migliore, esiste quella più adatta alla paziente in base alle caratteristiche del seno e in base alle prospettive della paziente.
Sicuramente se la paziente è border line tra una tecnica e un’altra viene preferita quasi sempre quella con la cicatrice più piccola possibile.
Mi piace anche fare un po 'di liposuzione sui fianchi e intorno al seno per ottenere la migliore, se necessario.
Il più delle volte l’intervento è eseguito in anestesia generale, anche se in alcuni casi si può effettuare un’anestesia locale con sedazione.
Non c'è bisogno di rimuovere i punti poichè usiamo punti interni riassorbibile , in modo da evitare il disagio di rimuoverli.
Normalmente in tre settimane la paziente può riprendere una vita normale senza sforzi eccessivi. A distanza di un mese può tornare gradualmente ad effettuare un po’ di esercizio fisico.
Si richiede solo un giorno di ricovero in clinica e il recupero può avvenire tranquillamente a casa con controlli medici prefissati presso il nostro studio.
Come per tutti gli interventi ci sono alcune possibili complicanze quali cicatrici ipertrofiche (più spesse del solito) o cheloidi, raramente infezione, asimmetria mammaria (in genere i due seni di partenza non sono mai uguali, per cui è molto difficile trovare l'esatta simmetria tra i due, anche se si cerca di essere il più vicino possibile), e cambiamenti nella sensazione.
Posso allattare se rimango incinta?
Per ptosi lieve trattate con l'aumento protesico del seno non ci sono problemi di allattamento ( ancora di più se è fatto aumentando la sottomammario). Nel caso di mastopessi periareolare si può allattare poiché è possibile preservare la maggior parte dei condotti di latte.
Tecniche a T invertita o a J possono sopraggiungere problemi nell’allattamento poiché durante le fasi di rimodellamento del seno dall'interno è possibile modificare la struttura delle dotti galattofori con conseguente difficoltà a rilasciare il latte da parte del capezzolo.
Si consiglia di effettuare massaggi terapeutici di drenaggio linfatico dalla settimana successiva all’intervento per 2 o 3 alla settimana.
Il reggiseno sportivo senza ferretti deve essere indossato 24 ore al giorno e le cicatrici devono essere trattate cerotti occlusivi al silicone per tre mesi dall’intervento.
Dopo l'intervento, il petto acquista una consistenza notevole quasi a risultare eccessivamente sollevato ma in poco tempo si adatta al torace, prendendo una forma naturale e anatomica che si manterrà naturale e armoniosa per anni, ma sarà altrettanto sottoposta all'azione della forza di gravità.
Più buona è la qualità della pelle del torace e più sodo sarà il seno e quindi con risultati migliori e più duraturi. Naturalmente il risultato non dipende solo dal gesto chirurgico ma anche dalle qualità intrinseche della paziente.

Mastoplastica Riduttiva



 

Si parla di ipertrofia mammaria quando vi è una crescita eccessiva del seno, o aumento di peso nelle donne obese, o in alcune malformazioni genetiche o malattie del seno.

Si parla di gigantomastia quando la crescita è eccessiva e anomala, causando spesso gravi disfunzioni posturali , come ad esempio il mal di schiena, l’ernia toracica e cervicale, vertigini, ecc.
Grazie alla chirurgia plastica si può risolvere il problema dei seni ipertrofici, sia fisicamente che esteticamente per ottenere un miglioramento della salute delle donne tanto che oggi è uno degli interventi più apprezzati del nostro lavoro.
 
La riduzione permette anche un’elevazione del seno, una ristrutturazione che dona alla mammella una maggior consistenza.
E’ un intervento complesso di chirurgia plastica che rimuove l'eccesso di tessuto mammario (ghiandola mammaria, grasso e pelle) rimodellando il seno in maniera anatomica e armoniosa ma purtroppo con la presenza di alcuni inevitabili cicatrici.
 
A chi si sconsiglia?
Alle ragazze giovani con lieve ipertrofia che vogliono avere figli e allattare dal proprio seno. Soprattutto perché l'allattamento può essere modificato dopo la riduzione per la necessità di "rimodellare" la ghiandola mammaria.
Fondamentalmente ci sono tre tipi di tecniche a seconda della cicatrice residua:
1. Riduzione verticale: per la riduzione moderata (cm PAC 24-28, distanza giugulo - capezzolo). La cicatrice periareolare + una cicatrice verticale dal bordo inferiore dell'areola al sottomammario (è a forma di "lecca-lecca"). È il più utilizzato.
2. Riduzione T-invertita o a J per la riduzione di gigantomastie (PAC> 28 cm). Viene aggiunta alle cicatrici precedenti un'altra cicatrice che corre lungo il solco sottomammario, acquisendo una forma di T rovesciata o a J. In alcuni casi di gigantomastia con seno molto sceso è necessario l’innesto del capezzolo secondo la Tecnica di Thöreck.
3. Riduzione con liposuzione: In questa tecnica le cicatrici sono minime, al massimo un paio di punti in meno di 1 cm di ciascuna mammella. E’ indicata solo in quei casi di mammellea grassa ma con una buona qualità della pelle (senza smagliature). Si tratta di casi molto selezionati.
Qual è il migliore? Cosa si può fare per ottenere risultati migliori?
La tecnica migliore è quella più adatto al paziente in base alle caratteristiche dei loro seni e alle prospettive della paziente.
 
Il più delle volte l’intervento viene eseguito in anestesia generale.
Non c'è bisogno di rimuovere i punti poiché vengono utilizzati punti interni riassorbibili in modo da evitare il disagio di rimuovere i punti.
Normalmente il tempo di recupero è di 3 settimane e si puo’ riprendere un’attività fisica moderata dopo un mese. E’ necessario solo un giorno di ricovero in clinica (a volte due giorni) e il recupero può avvenire tranquillamente a casa; I controlli medici andranno eseguiti periodicamente presso il nostro studio.
 
Ci sono complicanze importanti?
Fortunatamente sono poche e rare, ma come per tutti gli interventi ci sono alcune possibili complicanze quali cicatrici ipertrofiche o cheloidi, raramente infezione, asimmetria mammaria (in genere i due seni di partenza non sono mai uguali, per cui è molto difficile trovare l'esatta simmetria tra i due, anche se si cerca di esserne il più vicino possibile ), alterazioni della sensibilità.
Posso allattare se rimango incinta?
Durante il rimodellamento della ghiandola è possibile che vengano alterati i decorsi dei dotti .
Se avete intenzione di allattare i vostri futuri figli è meglio effettuare questo intervento dopo la nascita e l’allattamento del vostro bambino.
Il reggiseno sportivo deve essere indossato per 24 ore al giorno per un mese e le cicatrici devono essere trattate con cerotti al silicone per tre mesi.
 
Dopo l'intervento, il petto acquista una consistenza notevole quasi a risultare eccessivamente sollevato ma in poco tempo si adatta al torace, prendendo una forma naturale e anatomica che si manterrà naturale e armoniosa per anni, ma sarà altrettanto sottoposta all'azione della forza di gravità.
Più buona è la qualità della pelle del torace e più sodo sarà il seno e quindi con risultati migliori e più duraturi. Naturalmente il risultato non dipende solo dal gesto chirurgico ma anche dalle qualità intrinseche della paziente.
 

Lifting Braccia




L'intervento chirurgico classico di lifting braccia per ridurre il rilassamento cutaneo del braccio consiste nella rimozione di grasso e nella resezione di una certa quantità di pelle sulla parte interna del braccio, lasciando una cicatrice in questa posizione.

Prevede quindi un'incisione nella parte centrale del lato interno del braccio, dove si reseca un certo quantitativo di pelle e grasso, con una conseguente riduzione della circonferenza del braccio e una cicatrice lungo il lato interno del braccio che prosegue con un'altra piccola cicatrice sotto l'ascella.

Oggi grazie alle nuove tecnologie è possibile ottenere una riduzione della circonferenza del braccio mediante l’utilizzo di una radiofrequenza associata a liposuzione.

In particolare la radiofrequenza bipolare tramite una speciale cannula che viene fatta scorrere al di sotto dello spessore della pelle della faccia interna e posteriore del braccio, ha il potere di contrarre la cute in eccesso senza dover effettuare la resezione di pelle. Nel contempo la cannulla effettua anche l’aspirazione del grasso in eccesso.

I risultati sono comparabili a quelli ottenuti con la tecnica classica ma senza la presenza di una lunga cicatrice lungo il braccio. Nel caso della liposuzione associata a radiofrequenza vi saranno due piccole cicatrici della lunghezza di circa mezzo centimetro, una posta a livello del gomito e una posta a livello dell’ascella.

Liposuzione

 
 

Intervento che oggi può essere considerato relativamente semplice e sicuro se eseguito da personale specializzato. Nel corso degli ultimi 10 anni la liposuzione ha fatto molti progressi grazie al miglioramento della tecnica che permette di ottenere risultati piu' precisi, senza complicanze e con una rapida convalescenza e guarigione.

Liposuzione e Liposcultura sono due interventi differenti: il primo è l'asportazione mediante aspirazione di accumuli di grasso localizzato, mentre per liposcultura si intende il rimodellamento della silhouette corporea rimuovendo e, se necessario, riposizionando in altri punti piccoli innesti di grasso in modo da ridare armonia al contorno del corpo.
La liposuzione non serve per dimagrire ma per rimodellare aree corporee con un danno estetico da accumulo di grasso.

Dettagli Tecnici:
Nome Tecnico: Lipoaspirazione
Parte del corpo: qualsiasi parte del corpo
Anestesia: locale con sedazione
Durata della chirurgia: in media 1-4 ore
Permanenza in clinica: in media 4-12 ore
Cicatrice: piccole incisioni di 0,5 cm l'una
Pre-operatorio: esami di laboratorio, nulla osta cardiologico e archivio fotografico
Post-operatorio: fascia elastocompressiva per 30 giorni, dieta specifica per 45 giorni e drenaggio linfatico.
Tempo di recupero: in media 3-15 giorni a seconda delle aree trattate.
In chirurgie dove il grasso aspirato è minore ad un litro di può applicare la tecnica della lipo light o minilipo, dove il paziente ritorna alle sue attività dopo 24 ore dal procedimento.